La notte calda, intrisa dei profumi dei fiori estivi, viene rinfrescata solo di rado da refoli di vento dell’est. Le camicie si attaccano sudate alla pelle, le armature pesano sui corpi stanchi dei militi che pattugliano il giardino, mai stato così deserto a memoria d’uomo. Non una coppietta felice, non un ladruncolo opportunista, non un Honotiano con il verme solitario in perenne ricerca di cibo. Solo il rumore della cascata del laghetto delle delizie rompe la quiete della sera. |
Nella macchia di vegetazione poco a SUD dell’ALBERO BIANCO, un sottile RIVOLO DI FUMO sale verso il cielo, portando con sé il profumo dello stufato di cacciagione che i sensi sopraffini di KNUT potranno sentire distintamente. Osservando attentamente, tra le frasche verdi si intravvede un tenue BAGLIORE tremulo, soffocato dal gioco di ombre del rigoglio vegetativo estivo. |
Nulla di diverso, nessun losco presagio, solo quel sottile profumo che va arricchendosi di toni di alloro e rosmarino e del piacevole aroma del grasso dello stufato che inizia ad ammorbidire il sughetto che si stringe attorno ai bocconi succulenti. Il FILO di fumo è discreto, ben contenuto, ed il bagliore tremulo restituisce, di tanto in tanto, un’OMBRA che e cela il riverbero. Netto ora, all’udito degli elfi AXA ed Argonathuil, un rumore di legno che batte su metallo. Solo un paio di rintocchi: *Tonc tonc*. |
Il rumore di lavoro nella VEGETAZIONE BASSA a sud dell’albero bianco, diviene udibile anche da Stevengrant e Knut, man mano che si avvicinano: è rumore di legno che cozza con altro legno o metallo e TONFI, come passi pesanti, che suggeriscono qualcosa di grosso che si sposta e che eclissa, talvolta, il bagliore del fuoco. L’odore di stufato è chiaro a tutti ora e, sotto di esso, Knut potrà per primo sentire dell’altro: muschio, terra umida, funghi, marcescenza. L’odore che ci si aspetta dalle caverne. |
argonathuil si avvicina e Vi sussurra: |
troppe missive ç_ç |
“Meeeu…” una specie di muggito spaventato risponde all’ordine imperioso di Knut. E’ un suono profondo, vibrante, come se provenisse dal fondo di una caverna. I rumori si fanno più concitati appena oltre quell’irregolare diaframma di vegetazione e, lentamente, una specie di MASSO di ROCCIA, emerge dalla protezione verde, stagliandosi controluce rispetto al fuoco. Alla fine l’OMBRA si volta, coperta per metà dai cespugli e, da quella che parrebbe una faccia, due occhi chiari, di un azzurro slavato, quasi bianco, fissano i quattro SOLDATI. E’ un TROLL delle ROCCE e, al tendersi dell’arco di StevenGrant, alza le mani, una delle quali impugna un cucchiaio di legno che gli gocciola lungo il braccio. |
Il TROLL è alto grossomodo un paio di metri, massiccio come un pezzo di montagna che sia franata fin lì, ai giardini. Tozzo e con corte gambe rese villose dal muschio, porta con sé una vasta campionatura di vegetazione ed animali tipici delle grotte, adesi alla sua stessa pelle. In quello che per altri è l’ombelico, c’è la tana di una vespa muratore, sull’elice delle orecchie crescono licheni in ciuffi verde chiaro e le spalle sono un’unica distesa di morbido muschio intervallato da piccole infiorescenze giallastre. Quando AXApara con il tono autoritario e dispotico, lui fa un passo indietro, ma quando a parlare è Argonathuil, lui muove la testa, prima come un si, poi come un no. La bocca è socchiusa e porta denti di pietra storti come lapidi di cimitero che gli conferiscono un’aria decisamente poco sveglia. Sia Knut che Stevengrant però lo incalzano, minacciosi e lui mugola pauroso |
“No fa male a Bubo!” con la voce che fa eco nei meandri di un’anatomia misteriosa, entro quel corpo di pietra: “Bubo no cattivo! Bubo fatto cena! Voi mangia co’ Bubo!” ma gli occhi continuano a fissare quella corda tesa, la freccia e la lancia, puntate contro di lui. |
“Bubo bravo a fare cibo cotto.” Si giustifica con AXA e, in effetti, a dispetto dell’afrore della creatura, l’odore di cibo è davvero invitante Gli occhi slavati del TROLL però guardano con maggiore apprensione la lancia di Knut e la freccia di Stevengrant, mentre lui si muove: “Bubo no fatto nulla, voi no ‘mazza, Bubo va via!” sulle prime si mette in allarme, ma quando Argonathuil si mostra amichevole, BUBO sorride, mostrando crepe nel volto, rughe come vallate carsiche: “Bubo fa stufato di coniglio, con spezie e verza fresca, patata e radici piccantine. Vienite, vienite.” E fa ampi cenni col cucchiaio di legno, voltandosi per immergerlo nel pentolone, rimestando il manicaretto: “Bubo fa nuovo amicicio in città di piccoli uomini rosa.” Borbotta a bassa voce. |
“Bubo scappa.” Dice ad AXA, ma ormai gli da le spalle, perché va riempiendo una tazza scavata da un pezzo di legno, col suo stufato che mette sulle pietre vicino al fuoco. Non ci sono posate in giro e lui indica la tazza ad Argonathuil. “Cosa brutta, viola e cattiva ha preso casa di Bubo, lontano si, di là!” Indica l’ovest: “… e Bubo scappa via. Fratelo di Bubo, Bubo anche lui, ha caduto dentro cosa viola e lui tornato mostro!” Agita il mestolo e mette accanto alla prima, altre tre tazze di zuppa: “Mostro cattivo. Me visto lui anda via con altri mostri. Per combatta guera. Povero fratelo…” Il Troll non guarda oltre Knut in guardia o Stevengrant che lo aggira e che troverà solo le orme grosse e profonde in arrivo e segni dell’accampamento, ma nessuna altra presenza. |
“Bubo dice.” Annuisce verso AXA, dando al suo tono tutta la serietà che il suo aspetto grottesco permettono: “Cosa brutta viola cambia cose e animali se prende! Voi no fa prende! Bubo no fa prende!” E si accomoda a mangiare il suo stufato, direttamente con le mani dal pentolone. Quando Argonathuil annusa la sbobba, sentirà un buon odore di carne di coniglio nel suo brodo di cottura e riconoscerà verze, tocchetti di patata, aromi e radici di zenzero. Il caldo della notte, sudore e fatica iniziano a farsi sentire anche sull’integerrimo Knut, che mantiene la sua posizione. “Ora Bubo va di là. In parte diversa.” Indica Est con lo sguardo: “Voi lascia me va? Si?” |
“Bubo cerca solo altra grotta in montagna!” Ha finito il suo stufato e raccoglie col dito i residui sul fondo, alla fine guarda AXA e sorride: “Bubo dice voi fare attenti con cosa viola Cattiva, meglio che voi va via, come Bubo. Fratelo di Bubo molto forte, ma cosa Viola ancora di più.” Raccoglie tazze e pentolone che infila in una grossa sacca cucita insieme con pelli di animali: quando si alza, è mastodontico. E sovrasta Argonathuil che mangia la zuppa: “Buona eh?” Segue comunque le indicazioni dell’elfo e guarda Sud Est. “Si, Bubo fa così allora. Buona sorte, umani.” Li chiama tutti allo stesso modo, anche Knut, cui passa di fianco prendendo la via del Bosco del Lamenti. |
La quiete torna sul giardino, interrotta solo da un lontano RUTTO della creatura. Le braci si spengono e l’odore della cena di Bubo si dissolve nei refoli caldi dell’est. Cattive notizie per i combattenti valorosi, tenui speranze nel sorriso rugoso di una creatura in fuga dal Caos, ma la notte incombe ormai ed i militi, sotto le loro armature, iniziano ad olezzare quasi come Bubo. Ed è così che le trame del destino si quietano, almeno per oggi. |